impatto meteorite

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Rezna
view post Posted on 5/2/2016, 10:52




so di un campo che una settimana fa e' caduto un oggetto . era notte e la sua traiettoria era retta e in diagonale rispetto alla terra. sembrava un meteorite o stella cadente ma chissa poteva essere anche altro.... mi chiedevo quando cade un meteorite a che profondita va sotto alla terra...

mi chiedevo inoltre ammettendo fosse un meteorite se si frantuma con l'impatto o se rimane un pezzo unico
 
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view post Posted on 6/2/2016, 09:13

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Quello che è caduto anni fa da noi si era rotto in diversi pezzi.
 
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C-3PO
view post Posted on 8/2/2016, 08:06




molto interessante bisognerebbe fare ricerche.................



I “MISTERI” DEL CIELO
NELLE CRONACHE ROMAGNOLE DI MEDIOEVO ED ETÀ MODERNA
di Eraldo Baldini




Fin dalla più remota antichità l’uomo ha osservato il cielo, affascinato e spesso intimorito dalla sua vastità, dal suo mistero, dal suo complesso insieme di elementi; e da sempre ha cercato di capire il senso e l’essenza di ciò che guardava e scopriva, di interpretarne la natura e il significato, di coglierne i segnali e di collocarli in un insieme possibilmente coerente.

Se ben presto, come ci testimoniano evidenze relative a culture anche arcaiche, gli divennero familiari le dinamiche dei cicli solari e lunari, il susseguirsi regolare di solstizi ed equinozi, e persino il manifestarsi di fenomeni quali le comete, le meteore, le eclissi, le congiunzioni di pianeti, eccetera, nondimeno, fino a tempi relativamente recenti e ancora oggi, in occasione di certe manifestazioni inconsuete e di certi avvistamenti anomali l’uomo si trova disarmato di fronte a qualcosa su cui non può fare altro che interrogarsi per poi rispondere (qualora tenti di farlo) con gli strumenti spesso inadeguati che gli provengono dalle sue conoscenze scientifiche da una parte, dalla qualità e dal tono dell’immaginario vigente dall’altra.

Un tema come questo apre le porte su materiali e scenari sterminati, del resto abbondantemente indagati da innumerevoli autori, che li hanno affrontati sia con spirito scientifico ed accademico, sia con la fantasia dell’invenzione letteraria o la libertà delle più ardite supposizioni.

Qui vogliamo circoscrivere il campo, sia per quanto riguarda la dimensione territoriale dell’indagine, sia per quanto riguarda la qualità delle fonti che prenderemo in esame. Ci limiteremo, quindi, a vedere come le cronache o compilazioni di ambito romagnolo comprese tra Medioevo ed Età Moderna abbiano segnalato (e a volte interpretato) quei fenomeni celesti che non rientravano nel novero dei più conosciuti, ma si distinguevano per eccezionalità e stranezza, ponendo gli osservatori e gli estensori davanti ad interrogativi difficilmente superabili anche da noi che oggi, leggendo quei brani, non sempre riusciamo a spiegarli pur disponendo di conoscenze nel frattempo fattesi sempre più ampie e disincantate (nota 1).

Tralasceremo quindi di menzionare le descrizioni di eclissi, comete, eccetera, per focalizzare l’attenzione solo su ciò che ancora richiede uno sforzo notevole (e in qualche occasione vano) di comprensione e di interpretazione, sia perché non è facile distinguere fra ciò che è concreto e ciò che è invece fortemente e irrimediabilmente influenzato dalla mentalità, dalla cultura e dalle strutture semiotiche dell’epoca, sia perché la qualità di ciò che viene riportato è qualche volta, di per sé, intrisa di un mistero che pare travalicare i tempi e le conoscenze.



Possiamo partire, per un viaggio attraverso il resoconto di fenomeni che i nostri avi affidarono alle pagine scritte per conservarne monito e memoria, dal “Libro Pontificale della Chiesa ravennate» di Agnello Istorico (nota 2) che segnala per l’anno 560 (il 552 secondo Serafino Pasolini (nota 3) ) un’incredibile apparizione consistente in figure di uomini che in cielo si muovono, parlano, combattono:

«In Ravenna», scrive il citato Pasolini, «apparvero molti prodigi, tra quali fu quello di vedersi per l’aere molti huomini a parlare, e combattere insieme con grande spavento della città».

Per il ravennate Tomaso Tomai (nota 4) ciò accadde nel 566 in occasione di una pestilenza: si sentirono:

«trombe suonare nell’aria, huomini che [in cielo] battagliavano, e molto sangue di là cadere sulla terra si vedeva, e altri stupendi segni, che de’ futuri mali furono verissimi nunci».

Qualcosa di simile, secondo l’Agnello, accadde di nuovo nell’anno 595, quando a Ravenna era arcivescovo San Mariniano:

«Ai suoi tempi gli abitanti della costa e soprattutto la città di Ravenna furono tormentati da una gravissima pestilenza. Dopo ciò si vide un segno terribile nel cielo, come nemici insanguinati che combattevano per tutta la notte, e si diffuse una luce intensissima».

Ancora, nell’anno 774, «dopo il tramonto del sole a molte persone apparvero nel cielo cavalli con i loro cavalieri che combattevano tra loro, e dappertutto c’era movimento?». (nota 5)

Per l’anno 1398, la peste la si vuole portata dal fatto che «caddero molti fuochi dal cielo, detti Assub da’ meteorologici». (nota 6)

Nel 1496, nel Cesenate, a piovere sui campi furono invece cinque grandi pietre grossolanamente triangolari, provenienti da una enorme nube di forma cubica manifestatasi nel cielo sereno tra rombi di tuono e lampi di folgori. (nota 7) Se per quest’ultimo fenomeno si può pensare alla frantumazione di un meteorite all’impatto con l’atmosfera, restano invece piuttosto misteriose le più volte citate visioni in cielo di uomini in movimento con tanto di armi e cavalli.

L’argomento è ben noto agli storici e agli antropologi culturali, ed è stato oggetto di larga illustrazione soprattutto in Età Moderna, quando venne descritto da una miriade di pubblicazioni, in forma di fogli volanti e di brevi opuscoli come di opere più approfondite e corpose: pensiamo solo al celebre volume di Ludwig Lavater, “De spectris, lemuribus et variis presagitationibus tractatus vere aureus”, pubblicato a Zurigo nel 1570, e ai “Diarii” di Marino Sanuto; nel Cinquecento i resoconti di visioni di "battaglie celesti" erano divenuti così frequenti, che esse venivano in più occasioni pronosticate dai predicatori senza tema di fallare.
A posteriori poi tali materiali sono stati studiati dagli storici, fra cui l’italiana Ottavia Niccoli, che li tratta soprattutto in un saggio apparso nel 1987, a cui rimandiamo chi volesse approfondire. (nota 8) Diciamo solo, in breve, che la Niccoli parla di immagini mentali, dunque di immaginario, frutto di sedimentazioni culturali. Resta da capire, però, se all’origine di tali proiezioni mentali ci potessero essere fenomeni fisici e celesti quali ad esempio le aurore boreali (pur molto rare alla nostra latitudine), che in effetti sembrano disegnare in cielo movimenti e figure, anche se non giustificano i fenomeni acustici (urla, clangori, strepiti) che spesso accompagnavano, secondo i relatori dell’epoca, tali visioni.

Prendiamo in considerazione adesso quegli avvistamenti che, al giorno d’oggi, a volte vengono catalogati con l’etichetta di UFO, cioè di oggetti volanti non identificati.

Nel 1027, nel Bolognese, fu osservata in cielo «una grandissima trave di fuoco correre per lo sole già declinato verso l’occidente, la quale trave di fuoco poscia cadde in terra» (nota 9) (in questo caso possiamo pensare ad un meteorite). Per la stessa zona una cronaca riporta che nel 1145 (per altri testi era il 1155) in cielo si videro prima tre lune, poi qualcosa a forma di croce, e infine tre soli. (nota 10)

Ancora nel Bolognese nel giorno di Natale del 1348 apparve in cielo «uno fuogho», cioè un fuoco.

Una cosa simile si ripeté il 12 ottobre del 1352, quando verso sera si vide nell’aria un «segno» in forma di un enorme «serpente di fuoco» che emanava un chiarore pari a quello della luna. (nota 11)

Pochi anni dopo, nel giugno 1381, una «lampada di fuoco dalla cui parte posteriore si diramavano una lunga lancia» fu vista sopra Forlì. (nota 12)

Ancora la popolazione forlivese, sbigottita, poté guardare nelle prime ore notturne del 3 marzo 1428 «una grandissima fiamma in forma di una torre» (nota 13) , fenomeno che a posteriori fu interpretato come presagio di un terremoto e di un periodo di siccità che seguirono.

Un anno denso di strani avvistamenti fu il 1487: il forlivese Leone Cobelli annota che in giugno, «essendo io in villa a mietere i miei grani, apparve [in cielo] una spada sanguinosa», cosa che terrorizzò sia il figlio del cronista che i contadini che stavano andando al mercato della città.

Pochi giorni dopo, in volo da Monte Poggiolo verso Forlì, nel cielo notturno comparve una «trave di fuoco», fenomeno che si ripeté il mattino seguente. (nota 14)

Nel luglio dello stesso anno tre "lance" solcarono la notte, e ad agosto, sempre sopra il Forlivese, fu la volta di un grande oggetto circolare che faceva pensare a una ruota di carro. Leone Cobelli, che all’alba vide l’oggetto con i propri occhi, parla di una "stella grande" che, volando come una "pavagliotta", cioè col moto irregolare di una farfalla, si mosse nel cielo per diversi minuti terrorizzando i contadini che stavano caricando carri.
«Certo parea come una rota di carro», annota Cobelli; «alcuni dicono che più di mezz’ora prima l’avevano veduta a la montagna». (nota 15)

Dieci anni dopo, cioè nel 1497, una sera sulla campagna cesenate si vide invece volare, «ardendo e sfavillando soavemente», un oggetto luminosissimo e in apparenza a quota piuttosto bassa che provenendo da sopra Bertinoro si spostava lentamente (quindi rimase in vista a lungo) in direzione del mare. (nota 16)

Una "trave di fuoco" fu vista sopra Rimini all’imbrunire del 6 marzo del 1582 (nota 17), e una "fiamma" attraversò il cielo di Bologna la sera del 31 marzo 1676, procedendo in direzione della Romagna. (nota 18)

Ma l’avvistamento forse più curioso e di effetto fu quello che poterono effettuare nel 1425 i cittadini del Lughese, che videro in cielo, di giorno, ciò che considerarono due enormi e minacciosi draghi volanti.

Vediamone la descrizione nelle parole dello storico e cronista Girolamo Bonoli:

«Adì 14 di settembre circa l’ore 23 della sera [quindi nel tardo pomeriggio] apparvero nell’aria sopra Lugo due gran Serpenti difformi, cornuti, e di smisurata grandezza, che spaventato il popolo stette più settimane confuso, dubitando d’essere d’improvviso sorpreso da qualche altro gran castigo. Questi serpenti per la strada di San Potito s’erano partiti dal bagnacavallese: il giorno seguente delli 15 li medesimi, o altri, furono veduti nella villa di Santa Maria di Piano distante 10 miglia da Parma. Uno di essi era di color dell’argento, e l’altro dell’oro. La lunghezza loro era di 12 e più braccia, e l’ali grande e brutte come quelle de’ Draghi, di color tetro ed oscuro; le corna pure erano brutte e lunghe, avendone l’uno di loro maggiori dell’altro». (nota 19)

Che dire di due oggetti di color metallico, alati e con lunghe “corna” (antenne?) visti volare quasi cinque secoli prima dell’invenzione dell’aeroplano?





Ravenna, Almanacco del Planetario, 2010

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NOTE a “I “misteri” del cielo nelle cronache romagnole di medioevo ed età moderna”



1 - Su questi temi, in relazione alla Romagna, vedi uno specifico capitolo di un mio volume di qualche decennio fa: E. Baldini, Paura e “maraviglia” in Romagna, Ravenna 1988, pp. 205-233.

2 - Tradotto dal latino per opera di M. Pierpaoli nel volume: Il libro di Agnello Istorico. Le vicende di Ravenna antica fra storia e realtà, Ravenna 1988.

3 - S. Pasolini, Lustri ravennati, Bologna-Forlì-Ravenna 1678-1689.

4 - T. Tomai, Historia di Ravenna, Ravenna 1580.

5 - Il libro di Agnello Istorico, cit.

6 - S. Marchesi, Supplemento istorico dell’antica città di Forlì, Forlì 1678.

7 - L. Cobelli, Cronache forlivesi [sec. XV], a cura di G. Carducci e E. Frati, Bologna 1874.

8 - O. Niccoli, Profeti e popolo nell’Italia del Rinascimento, Roma-Bari, Laterza, 1987. Della stessa autrice vedi sull’argomento: “I tramiti dell’immaginario: racconti di visioni e di prodigi nell’Italia del primo Cinquecento”, in Per una storia dell’Emilia Romagna, Ancona 1985, pp. 7-19.

9 - Corpus chronicorum bononiensum, in R.I.S., XVIII.

10 - Ibid.

11 - Ibid.

12 - S. Marchesi, cit.

13 - G. di Mastropedrino, Cronica del suo tempo [sec. XV], a cura di S. Borghesio e M. Vartasio, Roma 1929.

14 - L. Cobelli, cit.

15 - Ibid.

16 - G. Fantaguzzi, Occhurentie et nove, pubblicato come “Caos”. Cronache cesenati del sec. XV, a cura di D. Bazzocchi, Cesena 1915.

17 - L. Tonini, Della storia civile e sacra riminese, Rimini 1848-1888.

18 - Osservazioni e vaticinio sopra l’impressione meteorologica ecc., Bologna 1676.

19 - G. Bonoli, Storia di Lugo, Faenza 1732.


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view post Posted on 8/2/2016, 08:15

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Complimenti. Bellissima cronistoria. Sembrerebbe che quei fenomeni non siano poi così rari.😊
 
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C-3PO
view post Posted on 8/2/2016, 14:24




Considera che ogni giorno sulla terra cadono tonellate di polvere stellare.................. kGtv1u1 cry___first_nutella_experience_by_ranchu_obscure-d58ww04

Edited by C-3PO - 3/3/2016, 11:59
 
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Rezna
view post Posted on 9/2/2016, 05:12




proprio molto interessante!! grazie della condivisione
 
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C-3PO
view post Posted on 2/3/2016, 17:57




è stata ricercata poi la meteora? 2s745h4
 
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view post Posted on 2/3/2016, 22:11
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Non è così facile trovarla........ :huh: :(

Facciamo ricerche anche in mare!. ;)
 
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C-3PO
view post Posted on 3/3/2016, 08:10




image001se è caduta in mare è difficile...................ma in base ai testimoni oculari .............non si riesce a tracciare più o meno una traettoria...................

calcolare traettoria






Foto_2

https://s13.postimg.cc/t6sktc907/image001.jpg
 
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view post Posted on 3/3/2016, 11:08

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Ciao , ma per caso l'orario del passaggio era circa alle 19.30 20.00. Perché Io una sera,più o meno in quel periodo ,ho visto una scia luminosa strana. Direzione circa da colline cesenati verso ravenna.
 
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Rezna
view post Posted on 3/3/2016, 11:34




l'orario coincide. erano circa le 19:30 - 19:45. e' caduta a Reda
 
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view post Posted on 3/3/2016, 11:44

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Allora l'ho visto passare in mezzo a due condomini mentre tornavo a casa.E la direzione corrisponde.Bella scia e molto luminosa.!
 
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C-3PO
view post Posted on 3/3/2016, 11:52




Avvistamenti: cosa fare?

:alienff: :alienff: :alienff: :alienff: :woot:
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Diamo qui alcuni consigli nel caso si sia coinvolti in un avvistamento o nella raccolta di una possibile meteorite.

Interpretazione del fenomeno

Intanto si abbia molta cautela nell’interpretare il fenomeno luminoso associato a un possibile avvistamento. Il cielo e’ oggi solcato da una varieta’ di luci mobili di origine artificiale, aerei a alta quota, elicotteri in sorveglianza notturna, palloni stratosferici, satelliti artificiali illuminati dal Sole, ecc. E’ tuttavia possibile con un po’ di discernimento riconoscerne la natura. Nel caso dunque si abbia la ventura di osservare un bolide particolarmente evidente, la prima cosa da fare e’ registrare con la massima precisione possibile le circostanze dell’evento:

data e ora,
localita’ in cui ci si trova nel momento dell’avvistamento,
direzione del bolide rispetto ai punti cardinali e altezza sull’orizzonte,
durata del fenomeno,
lunghezza angolare della scia,
eventuali esplosioni e frammentazione,
colorazioni o ombre e loro direzione,
effetti sonori.

L’esperienza insegna che stilare rapporti utili e’ difficilissimo: molte persone non sanno stimare l’ampiezza di un angolo (si ricordi che il Sole e la Luna piena sottendono un angolo, ossia hanno un diametro angolare apparente, di circa mezzo grado, cioe’ 30’; anche con la mano tesa si possono avere valide indicazioni, vedi anche la figura della pagina precedente. L’evento inoltre coglie di sorpresa e dura pochissimo; molte persone vengono suggestionate da elementi totalmente soggettivi e non verificabili; se ci si scambia impressioni con altri di solito ci si convince di elementi comuni non veri. E’ molto meglio avere piu’ rapporti indipendenti che un rapporto solo concordato tra piu’ osservatori!

Metodo empirico per valutare l'ampiezza in gradi nella volta celeste. Tenendo il braccio teso e chiudendo un occhio, il pollice copre grosso modo un'area di 2,5 gradi, la mano aperta 22 gradi e le nocche del pugno chiuso 9.

L’elemento di gran lunga piu’ inaffidabile e’ la distanza del fenomeno: di solito non si ha alcun mezzo di conoscerla, ed e’ meglio lasciarla indeterminata: come regola grossolana, se si avvista un bolide e’ probabile che il punto di impatto con il suolo sara’ ad alcune centinaia di km di distanza. Occorrono dunque almeno due osservatori a distanza reciproca di qualche decina di chilometri per definire la traiettoria del bolide e calcolare il possibile punto di caduta: infatti per effetto di parallasse la scia si proietta per ogni osservatore su aree diverse del firmamento con diversa direzione rispetto ai punti cardinali.

Si scriva dunque con calma un rapporto, magari verificando le direzioni di punti di riferimento quali campanili e alberi, e lo si invii a uno dei numeri di posta elettronica o fax piu’ avanti indicati, non dimenticando ovviamente il proprio nome e indirizzo. Alla fine di questo opuscolo si trova una scheda che puo’ servire da guida.

Recupero della meteorite

Se poi si avvistasse un vero e proprio impatto con il suolo, oltre a determinare i suddetti elementi si faccia il possibile per recuperare immediatamente il campione. Una meteorite e’ infatti un reperto raro, un documento importante che merita sempre di essere studiato, ma che diviene straordinariamente importante se raccolto con prontezza.

Il luogo del ritrovamento della meteorite Fermo fotografato prima di raccogliere il campione.
Possiamo vedere come le dimensioni del cratere d'impatto siano modeste per un oggetto del peso di circa 10 kg, a testimonianza dell'effetto frenante esercitato dall'atmosfera.

Ricordate che le meteoriti (una volta a terra) non sono pericolose, non sono radioattive, non portano malattie. Non e’ quindi necessario proteggersi per raccoglierle. Al contrario, sono le metoriti che vanno protette, in special modo dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento biologico, per poter trarre dal loro studio il maggior numero possibile di informazioni "di prima mano". Agite cosi’:

Osservate e annotate la giacitura del frammento roccioso (e’ esposto sulla superficie del terreno, o si trova entro un buco? Qual e’ la profondita’ del buco provocato dall’impatto della meteorite, ci sono altri segni di impatto?).
Fotografate se possibile la zona.
A questo punto la meteorite si puo’ raccogliere, delicatamente per non graffiarla, e mettere in un sacchetto di plastica pulito, il piu’ possibile a tenuta di aria e acqua. Non tentate di pulire la meteorite, ne’ con acqua ne’ con detersivi. Soprattutto non tentate di tagliarla, sia perche’ tale operazione va fatta solo da personale specializzato sia perche’, nel caso la meteorite sia appena caduta, il suo interno puo’ essere ancora talmente freddo da provocare danni alla pelle.
Mettete segni di riferimento sul luogo del ritrovamento.
Prima di allontanarvi cercate altri possibili frammenti.

Inviate un rapporto, il piu’ possibile completo, a uno degli indirizzi piu’ avanti citati sempre usando come guida la scheda posta alla fine di questo opuscolo.

Puo’ anche capitare di individuare un sasso "strano", ad es. su un ghiacciaio in una zona lontana da rocce, o in una pietraia in cui gli altri sassi sono molto diversi, o su una spiaggia. Anche in questo caso val la pena raccoglierlo, e informare gli esperti: e’ molto meglio un falso allarme che il rischio di trascurare un nuovo campione.

Quali caratteristiche ricercare?

Di solito la meteorite e’ scura e pesante, a spigoli arrotondati dall’attrito atmosferico, talvolta bucherellata soprattutto se ferrosa, e in alcuni rari casi con una faccia conica che segnala la direzione di ingresso in atmosfera (meteoriti orientate). Se la meteorite e’ caduta da poco si puo’ ancora vedere la bruna crosticina di fusione. Di solito la meteorite e’ attratta da una calamita e deflette l’ago della bussola.

Molte rocce (ad es. di origine vulcanica come si trovano nei colli Berici o Euganei) o perfino prodotti artificiali come scorie di fonderia, possono presentare a prima vista caratteristiche simili a quelle delle meteoriti; solo un occhio davvero esperto e’ in grado di riconoscerne la vera natura. Quindi in caso di dubbio si sottoponga sempre il reperto ad un esperto e non ci si scoraggi per gli inevitabili falsi allarmi, alcuni pezzi sono talmente simili a meteoriti che qualche museo vi ha addirittura dedicato una sezione "false meteoriti".

Comuni esempi di "false" meteoriti, raccolti sull'altipiano di Asiago. Sono in realta' noduli di ossidi-idrossidi di ferro, frequenti in alcune rocce sedimentarie.

Gli elementi di una meteorite

Vediamo piu’ in dettaglio i vari elementi di una meteorite:

Crosta di fusione

Carattere tipico delle meteoriti e’ la presenza di una crosta di fusione. Molte meteoriti, specie quelle appena cadute, sono caratterizzate da un sottile strato superficiale vetroso di colore bruno-nerastro, e lucentezza vitrea. Questa pellicola, di spessore generalmente inferiore al millimetro, si forma durante il passaggio della meteorite attraverso l’atmosfera, quando, a causa della frizione con l’aria, la parte superficiale si scalda e fonde. La crosta di fusione e’ nerastra e sottile nelle sideriti, piu’ spessa (fino a 3 mm) e con lucentezza vitrea nelle aeroliti. Se il corpo meteoritico si frammenta nella parte alta dell’atmosfera ciascun pezzo sara’ avvolto da un’esile crosta di fusione; viceversa, se la meteorite si spezza poco prima di toccare il suolo, o al momento dell’impatto, la crosta di fusione dei frammenti sara’ discontinua. Una volta sulla terra questo esile strato tende ad idratarsi, ad alterare, e con il tempo perde la lucentezza ed acquista un aspetto "ruggine".

Forma e dimensioni

La maggior parte delle meteoriti tende ad assumere, durante la caduta, una forma aerodinamica con spigoli arrotondati. Tuttavia, forme angolose e prismatiche sono piuttosto comuni, specie nei campioni di grosse dimensioni o nei frammenti prodottisi per frattura di un corpo piu’ grande. Le dimensioni possono variare da frazioni di millimetro a metri.

Densita’

Le meteoriti hanno densita’ superiore, o al massimo uguale, a quella delle rocce terrestri piu’ dense. Le meteoriti rappresentano infatti campioni di corpi asteroidali che hanno subito una minima differenziazione chimica, mentre la Terra, in origine omogenea si e’ differenziata, nel tempo, in una porzione nucleare costituita essenzialmente da lega Fe-Ni; un mantello, costituito da silicati pesanti; ed una sottile crosta costituita in prevalenza da silicati leggeri. Le meteoriti sono costituite principalmente da minerali che, sulla Terra, si trovano concentrati nel mantello e nel nucleo.

Suscettibilita’ magnetica

La maggior parte delle meteoriti (sideriti, sideroliti e molte delle aeroliti) presenta una suscettibilita’ magnetica superiore a quella delle comuni rocce terrestri e il loro grado di magnetismo varia al variare del contenuto in lega Fe-Ni. Tra le aeroliti solo le condriti ordinarie (le piu’ comuni) mostrano un certo magnetismo, a differenza delle piu’ rare condriti carboniose e delle acondriti. I processi di alterazione terrestre, ed in particolare l’ossidazione dei metalli, riducono sensibilmente le proprieta’ magnetiche delle meteoriti.

Condrite (gia' vista nella sezione della classificazione), in cui e' evidente la crosta di fusione che copre l'interno chiaro con delle piccolissime sferule (i condruli).

Condruli

La maggior parte delle meteoriti appartiene al gruppo delle condriti, la cui caratteristica e’ la presenza di condruli. In alcuni tipi di meteoriti condritiche essi sono facilmente riconoscibili come piccole sferule di dimensioni da millimetriche a sub-millimetriche che emergono dalla superficie fresca di frattura.

Come trovare le micrometeoriti sotto casa

Come gia’ si e’ detto, una pioggia di minutissime particelle di polvere cade in continuazione sulla Terra e possiamo provare a recuperarle. Il metodo proposto si applica solo alle particelle ferrose in quanto possiamo sfruttare la loro proprieta’ magnetica. Per il nostro esperimento servono una calamita e un microscopio.

Prima di tutto dobbiamo cercare i luoghi in cui le micrometeoriti vengono concentrate, come per esempio gli scarichi delle grondaie: l’acqua piovana "lava" tutta la superficie del tetto e viene poi convogliata verso un unico scarico. Naturalmente anche ogni altro genere di materiale presente nell’aria, foglie e residui di varia natura si raccolgono nell’acqua, per cui sara’ necessaria qualche attenzione, vediamo come procedere.

Ponete un recipiente profondo sotto allo scarico della grondaia appena inizia a piovere e lasciatevelo finche’ nel fondo si accumula del materiale solido.
Raccogliete questo materiale, lasciatelo asciugare e pulitelo dai residui piu’ grossolani.
Ponete cio’ che resta su un foglio trasparente e, usando una calamita posta sotto al foglio, scuotete leggermente il materiale e lasciate cadere cio’ che non aderisce al foglio.
Quello che resta sara’ costituito da particelle metalliche di vario genere, tra cui anche micrometeoriti ferrose.
Mettete ora il foglio sotto al microscopio, usate l’ingrandimento maggiore e, aiutandovi con la foto qui sotto, cercate fra i frammenti delle piccole particelle arrotondate.

Se le trovate starete guardando materiale che si e’ formato con tutta probabilita’ all’epoca della formazione del Sistema Solare, e ha viaggiato per 4,6 miliardi di anni!

Immagine al microscopio elettronico a scansione di una micrometeorite rinvenuta nei sedimenti recenti dei fondali oceanici. Le dimensioni sono prossime a 0,06 mm.

V’e’ poi un’altra zona di ricerca che va lasciata a veri specialisti, cioe’ i fondali marini oceanici. Il 75% della superficie terrestre e’ coperta dalle acque, sicche’ la gran parte delle meteoriti finiscono in fondo al mare. In effetti e’ stato possibile raccogliere piccole sferule metalliche di origine cosmica a grandissima profondita’, dato che un magnete le separa facilmente dal resto del materiale.
I fondali dell’Adriatico, e soprattutto la laguna veneta, sono troppo alterati dal continuo apporto di materiali fluviali per fornire speranze di trovare meteoriti inalterate.

Regolamentazione dei ritrovamenti

In Italia non ci sono leggi precise riguardanti la proprieta’ delle meteoriti, nemmeno a livello regionale. E’ pertanto necessario regolarsi secondo buon senso: dopo che la meteorite e’ stata ben esaminata, il centro di ricerca consultato potrebbe trattenerne un pezzo come documentazione e restituire il resto all’autore del ritrovamento. Inoltre le meteoriti hanno anche un valore commerciale, soprattutto se catalogate ufficialmente. In Italia e all’estero esistono ditte specializzate in grado di fornire valutazioni e garanzie su quanto si acquista o si vende.

Chi notificare

Riportiamo qui gli indirizzi, numeri di fax e telefono e gli indirizzi di posta elettronica della Protezione Civile della Regione Veneto e dei Dipartimenti di Astronomia e Mineralogia dell’Universita’ di Padova.

In caso di avvistamenti di bolidi o ritrovamenti di meteoriti comunicatelo tempestivamente a uno di questi recapiti, dopo aver registrato l’evento seguendo la traccia della scheda che trovate nell’ultima pagina di questo volume. Nel Veneto potete rivolgervi anche alla piu’ vicina stazione dei Carabinieri, sono state tutte informate e sapranno come consigliarvi.


DIREZIONE LAVORI PUBBLICI E PROTEZIONE CIVILE
Struttura di Protezione Civile
Via Paolucci 38, 30175 VENEZIA-MARGHERA
tel. 041-2792772 Segreteria, fax 041-2795012

Cesare Barbieri
Dipartimento di Astronomia dell’Universita’ di Padova
V. Osservatorio 5, 35122 Padova
tel. 049-8293434 fax 049-8293507
[email protected]

Gianmario Molin
Dipartimento di Mineralogia e Petrologia dell’Universita’ di Padova
Corso Garibaldi, 37 35137 PADOVA
tel. 049-8272027 fax 049-8272010
[email protected]

Anna Maria Fioretti
CNR - Centro Studi Geodinamica Alpina
C.so Garibaldi 37, 35137 Padova
tel. 049-8272021 fax 049-8272010
[email protected]

Francesca Rampazzi
Osservatorio Astrofisico di Asiago
36012 Asiago (Vicenza)
tel. 0424-600025 fax 0424-600023
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Rezna
view post Posted on 3/3/2016, 13:18




king grazie per la preziosa risposta !!!! dopo la leggo con calma e bene !!
 
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Vanucci Gianfranco
view post Posted on 3/3/2016, 13:31




Okappa
 
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17 replies since 5/2/2016, 10:37   766 views
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